Le quattro stagioni dell’amor cortese
I trovatori, pur non essendo i primi a comporre i loro versi in volgare romanzo, furono però sicuramente i primi, nella nascente Europa moderna, a costituire una vera e propria scuola poetica; diversi, per estrazione sociale e luogo d’origine, si riunirono attorno ad alcune scelte tematiche essenziali e ad alcuni elementi caratterizzanti riuniti sotto il termine di fin’amor (amor cortese).
Il tema dell'amore, nella lirica cortese in musica, trova, nel suo rapporto con le stagioni, accenti ed umori mutevoli e significativi. Se la primavera è la stagione dell'amore, l'autunno rende propensi alla melanconia ed al senso d'abbandono divenendo specchio della caducità, dell'ineluttabilità della fine di ogni cosa, presagio dell'inverno del cuore e dello spirito. L'inverno invece ha un duplice aspetto, a volte diviene sabato del villaggio , preludio ad una nuova primavera, altre volte è il momento della solitudine la' dove l'estate, invece, rappresenta la stagione dell'ebrezza, dimentica ed incosciente, il momento di cogliere i frutti che la primavera ha seminato.
L’influenza della poesia trobadorica troverà cultori ed epigoni in buona parte delle regioni d’Europa, nelle corti gallego-portoghesi ed in quelle della Germania tra Reno e Danubio, nell’Italia settentrionale ed in quella delle repubbliche marinare, nella fioritura “trovierica” della Francia del nord.
Esempi audio
Biaus M'est Estez
L'on Dit Ch'amors Est Dolce Chose